| Una vita bio
Riflessioni per “riparare” il Pianeta
Si è chiusa lo scorso 1 settembre, alla Triennale di Milano, l’Esposizione Internazionale che per sei mesi ha messo in mostra progetti, prodotti, sistemi, interfacce significativi per dare qualche risposta ai grandi quesiti del presente. Come possono designer, scienziati, politici, studiosi aiutare i cittadini ad affrontare in modo costruttivo i problemi sempre più urgenti legati alle condizioni ambientali? Come possono stimolare le persone a far confluire le iniziative individuali in una prospettiva collettiva e di lungo termine? Cosa significa rispettare l’ambiente in un’epoca di spostamenti di massa, di intelligenza artificiale e di rapide estinzioni? Quali strategie mettere in atto per affrontare il cambiamento climatico? Dopo le grandi mobilitazioni di questi ultimi mesi (“effetto Greta”) la mostra Broken Nature -curata da Paola Antonelli, curatrice del dipartimento di design&architettura e direttrice di quello ricerca&sviluppo del MOMA di New York - si è posta in modo lungimirante e con urgenza dichiarata l’obiettivo di incoraggiare un approccio inclusivo dei problemi che minacciano l’esistenza collettiva, di diffondere atteggiamenti di gratitudine e non di puro sconforto, di far crescere il rispetto verso i sistemi sociali e ambientali in cui viviamo, favorendo una prospettiva sostenibile per le generazioni future. «La responsabilità sociale di designer e scienziati implica che ognuno di essi dovrebbe assumersi -al pari dei medici- una sorta di “giuramento di Ippocrate”» sostiene Antonelli. «È evidente che i designer trasformano in oggetti e strumenti del quotidiano ciò che gli scienziati scoprono. Anche un singolo materiale -in questo scenario- può fare la differenza non solo estetica, ma etica. Pensiamo alle bio-plastiche da polimeri vegetali, alle bio-pelli “animal-free” dalle radici dei funghi o alle sete prodotte con i lieviti proteici: ultraleggere, riciclabili, compostabili e durevoli». Presto verranno annunciate le possibili tappe di Broken Nature, a partire dallo stesso MOMA. Info: brokennature.org.
Giuliana Zoppis