| Una vita bio
Tutelare la biodiversità, per il bene di tutti
Senza i servizi che gli ecosistemi ci offrono ogni giorno non potremmo avere lo sviluppo e il benessere delle nostre società: dal ciclo dell’acqua alla rigenerazione del suolo, dalla stabilità climatica al corso di elementi fondamentali come carbonio-azoto-fosforo, dalla possibilità di utilizzare risorse naturali per farmaci-fibre-legno alla varietà delle fonti alimentari. Servono azioni consapevoli per fermare la pericolosa perdita di biodiversità senza precedenti che stiamo vivendo e che coinvolge il futuro dell’umanità, perché la biodiversità costituisce la “struttura” di base che consente l’equilibrio della vita quotidiana. Un segnale incoraggiante (ma ancora troppo sottile) giunge dalla 14° Conferenza delle Parti (COP14) della Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica (CBD), conclusasi il 29 novembre scorso a Sharm El Sheikh, in Egitto, con un accordo internazionale d’impegno alla conservazione dei sistemi naturali in vista del piano post 2020, quando dovrà essere aggiornato il piano strategico per la conservazione della biodiversità planetaria approvato nel 2010. Solo quello che il WWF chiama il “New Deal” (nuovo patto degli umani con il Pianeta) potrà fermare la perdita di biodiversità, ma dovrà essere equo e rispettoso dei diritti di tutte le popolazioni, specialmente delle comunità locali che difendono la rete della vita. E’ fondamentale che i 196 governi aderenti alla CBD attuino solidi meccanismi di tutela e frenino il trend attuale. Il recente rapporto del WWF “Living Planet Report 2018” dimostra con il suo Indice del Pianeta Vivente che dal 1970 al 2014 si è verificato un declino del 60 per cento delle specie di animali vertebrati (mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci). Per non parlare degli insetti. L’aggiornamento della “lista rossa” dell’IUCN (Unione Internazionale della Conservazione della Natura) ha dimostrato che sulle 96.000 specie valutate oltre 26.000 sono minacciate di estinzione. La maggior parte dei paesi membri della convenzione è rassegnata a perdere gli obiettivi di conservazione definiti ad Aichi, in Giappone, nel 2010. Ma non bisogna perdersi d’animo. «Il mondo deve prendere coscienza dei rischi connessi alla perdita di biodiversità. Senza una natura sana e vitale non abbiamo alcuna possibilità di sviluppo e benessere per il futuro. Tutte le parti interessate – governi, mondo economico e cittadini- devono agire ora se vogliamo avere qualche speranza di creare un mondo sostenibile per tutti. Perché ciò accada serve una visione coesa e una forte volontà politica», afferma Marco Lambertini, direttore generale di WWF International. La prossima Conferenza delle Parti della CBD (la 15°) avrà luogo a Bejing, in Cina, nel 2020. Lo scopo è di ottenere anche per la biodiversità un “accordo in stile Parigi” come avvenuto per il clima. Fondazione La Raia, nel suo piccolo, dedica al cruciale tema un contributo con il volume “Alla scoperta della Biodiversità” scritto e illustrato da Renato Cottalasso, naturalista-fotografo e ornitologo (fondazionelaraia.it).
Giuliana Zoppis